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Driving Out – Birth of the Cool

Flight Band with Claudio Fasoli

12,90 

Descrizione

Artists

Biagio Coppa arrangements, conduction

Claudio Fasoli soprano sax

Tracklist:

01 ROCKER G.Mulligan 9:56

02 BOPLICITY C.Henry 7:24

03 MOVE D.Best 6:49

04 BUDO B.Powell-M.Davis 7:48

05 GODCHILD G.Wallington 6:45

06 ISRAEL J.Carisi 7:20

07 JERU G.Mulligan 6:23

08 DECEPTION M.Davis 6:02

09 ROUGE J.Lewis 7:49

10 VENUS DE MILO G.Mulligan 8:14

11 MOON DREAMS C.Macgregor-J.Mercer 3:31

Lo storico gruppo di Miles Davis registrò “Birth of the Cool”, tra il 1949 ed il 1950 per la Capitol. Una serie di brani con un gruppo di nove musicisti, tra cui Max Roach, Lee Konitz, John Lewis, Gerry Mulligan che curava insieme a Lewis e Gil Evans la maggior parte degli arrangiamenti. Prese così vita un disco che divenne leggenda. La musica di quell’incisione viene considerata una svolta di reazione al bebop, il genere allora dominante nel jazz suonato nei locali della Cinquantaduesima Strada e fu, secondo molti osservatori e critici, il primo e più importante esempio di quello che verrà poi chiamato cool jazz.
La Flight Band ripropone la partitura originale di “Birth of the Cool”, lasciandone intatto lo spirito compositivo, ma allo stesso tempo alterandone e rimescolandone alcuni elementi linguistici e strutturali. Il lavoro di concertazione sotto la guida di Biagio Coppa, tiene conto di esperienze storiche come quelle delle big band cosiddette ‘non tradizionali’ – che vanno dalla Sun Ra Arkestra, alla Liberation Music Orchestra – e dei diversi gruppi diretti da Gil Evans e più recentemente da Butch Morris e Carla Bley. Moderne tecniche di direzione d’orchestra, come quella del ‘sound painting’, danno modo a Coppa di lasciare ampio sfogo al gusto per la ‘variazione’ intesa nel suo senso più ampio: il leader controlla il flusso degli eventi musicali con precise indicazioni gestuali, lasciando ad ogni musicista la scelta del materiale da suonare. Il lavoro (re)interpretativo condotto in tal modo trova massimo spazio nei momenti di introduzione: veri e propri ‘preludi’ a ciascuno degli undici brani, dove la creatività, la capacità di interagire e – perché no – di divertirsi della Flight Band sa propone situazioni, ritmi, groove, giochi tematici che ‘preludono’ al tema vero e proprio che seguirà, mettendo mano a tutte le possibili soluzioni che da sempre hanno caratterizzato l’arte della variazione e dell’improvvisazione nelle tradizioni musicali. Ciò che ha reso questo progetto sicuramente interessante ed originale è stato il rapporto creatosi tra direttore e musicisti, mediante una sorta di ‘trasmissione orale’ dell’arrangiamento, in modo da responsabilizzare l’intero gruppo nella lenta definizione dell’opera. A distanza di cinquant’anni si ripropone quindi aggiornata alle esperienze più recenti un’operazione di ‘ricapitolazione’ delle diverse anime del jazz, il quale affondava sì le radici più profonde in terra d’Africa, ma avvalendosi della mediazione di strumenti, e quindi di tecnica, e i impianto formale oltre che linguistico, di provenienza europea ‘colta’.Miles Davis’ historic group recorded “Birth of the Cool” between 1949 and 1950 for Capitol Records. A series of songs with a group of nine musicians, including Max Roach, Lee Konitz, John Lewis, Gerry Mulligan who handled most of the arrangements with Lewis and Gil Evans. Thus came to life a record that became a legend. The music of that recording is considered a turning point in reaction to bebop, the then dominant genre in jazz played in the clubs of Fifty-second Street and was, according to many observers and critics, the first and most important example of what will later be called cool jazz. .
The Flight Band re-proposes the original score of “Birth of the Cool”, leaving its compositional spirit intact, but at the same time altering and remixing some linguistic and structural elements. The concertation work under the guidance of Biagio Coppa takes into account historical experiences such as those of the so-called ‘non-traditional’ big bands – ranging from the Sun Ra Arkestra to the Liberation Music Orchestra – and of the various groups directed by Gil Evans and more recently by Butch Morris and Carla Bley. Modern orchestral conducting techniques, such as that of ‘sound painting’, allow Coppa to give ample vent to the taste for ‘variation’ understood in its broadest sense: the leader controls the flow of musical events with precise gestural indications , leaving each musician the choice of the material to play. The (re) interpretative work carried out in this way finds maximum space in the moments of introduction: real ‘preludes’ to each of the eleven songs, where the creativity, the ability to interact and – why not – to have fun of the Flight Band knows situations, rhythms, grooves, thematic games that ‘prelude’ to the actual theme that will follow, putting hand to all the possible solutions that have always characterized the art of variation and improvisation in musical traditions. What made this project certainly interesting and original was the relationship created between the director and the musicians, through a sort of ‘oral transmission’ of the arrangement, in order to empower the whole group in the slow definition of the work. Fifty years later, an operation of ‘recapitulation’ of the different souls of jazz is proposed again updated to the most recent experiences, which indeed had its deepest roots in the land of Africa, but making use of the mediation of instruments, and therefore of technique, and formal as well as linguistic structure, of ‘cultured’ European origin.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.095 kg
Dimensioni 15 × 10 × 0.8 cm
Disponibilità

1gg