Descrizione
Artists
Vito Di Modugno hammond, Piano, fender rhodes,electric and acoustic bass
Michele Carrabba tenor soprano and baritone sax, bass clarinet
Pietro Condorelli guitar
Massimo Manzi drums
Pasquale Strizzi drums programming on take 13
Tracklist:
01 promenade 1 1.36
02 gnomus 5.31
03 promenade 2 1.00
04 the old castle 3.52
05 promenade 3 0.36
06 tuileries 2.39
07 bydto 3.20
08 promenade 4 0.44
09 the sage 4.57
10 modest 4.38
11 back at the old castle 7.00
12 samuel goldemberg und schmuyle 2.44
13 to keith 5.07
14 catacombae 2.31
15 con mortuis in lingua mortua 3.30
16 baba yaga 3.41
17 the great gate of kiev 8.02
18 nina 4.18
Succede che l’estro di un artista sia profondamente influenzato dagli incontri. Inizi e fine di un sentimento nei confronti di un amico, di un parente, di un altro artista verso il quale si nutre profonda stima è l’origine della poetica creatrice di capolavori.
Succede che intorno al 1870 Modest Petrovič, Musorgskij stringa un profondo legame artistico ed amicale con il pittore e architetto Viktor Aleksandrovič, Hartmann e, in seguito alla prematura morte e ad una visita ad una sua mostra postuma, gli dedichi un’intera suite pianistica: “Quadri da un’esposizione”. La particolarità di tale opera, tra rottura con la tradizione e connubio con il folklore russo, sarà motivo d’incontro fra i musicisti dei generi più disparati, da Ravel a Segovia, dal rock progressive degli Emerson, Lake and Palmer al metal dei Mekong Delta.
Succede poi che un importante musicista, fra i migliori organisti al mondo secondo la rivista “Downbeat”, nonché formidabile bassista, incontri Musorgskij nel suo cammino di artista affamato di ispirazioni e nella sua profonda esperienza tra musica classica e jazz. Vito di Modugno con il suo ultimo (capo)lavoro “My Pictures at an Exhibition” aggiunge un’ulteriore perla nella sua sconfinata discografia, riproponendo quasi l’intera suite dei quadri (ad esclusione dei due “Balletto dei pulcini nei loro gusci” e “Il mercato di Limoges”) con un linguaggio jazz, senza discriminare echi classici e rock. All’appuntamento con questa magnifica fatica musicale non mancano i suoi amici e collaboratori di sempre. Michele Carrabba, sassofonista tenore (ma qui anche nei panni del sax soprano, baritono e clarinettista basso!) puntuale e preciso nelle difficilissime interpretazioni della suite e formidabile solista ‘coltraniano’ durante le improvvisazioni jazz. Pietro Condorelli, chitarrista jazz di comprovata fama che qui ben si districa tra afflati rock progressive con chitarra distorta e momenti di solismo e comping jazz e fusion. Massimo Manzi, mito assoluto della batteria jazz in Italia e nel mondo, versatilissimo musicista, diviene qui un motore fondamentale e perfetta connessione tra passato e futuro del jazz (e non solo).
Di un altro incontro, fondamentale, si potrebbe parlare riguardo l’esercizio di stile che fa da colonna vertebrale all’intera riproposizione dei ‘Quadri’, sotto le sapienti dita di Vito Di Modugno: quello tra i canoni classici, il rock progressive e il jazz moderno. Brani come “Gnomus”, “The old castle”, “Tuileries”, “The great gate of Kiev”, “Con mortuis in lingua mortua” o quello a firma di Greg Lake “The Sage”, sono rivisitazioni esemplari di jazz moderno fra contaminazioni rock, funk, fusion e riecheggi della suite classica. Altri come “Baba Yaga”, “Bydł,o”, “Samuel Goldenberg und Schmuÿle”, “Catacombae” e “Back to the old castle” sono brani fortemente orientati verso istanze più propriamente rock progressive, senza mai sembrare una copia sbiadita di quell’opera che fu degli EL&P ma, anzi, ricucendo una trama avvincente e reinterpretando il sé dell’esperienza jazz con le sue debite contaminazioni.
A quest’opera resa in maniera incredibilmente magistrale, si aggiungono tre brani originali di Vito Di Modugno: “Modest”, una dovuta dedica allo stesso Musorgskij, un gospel emozionante che, come una preghiera, diventa il linguaggio senza tempo per un saluto ad uno stimato collega, “To Keith” un altro incontro, stavolta con Keith Emerson, ancora un commiato ad un grandissimo musicista tra intenzione modernista ed inserti elettronici (grazie anche al drum programming di Pasquale Strizzi), mettendosi così al pari di un assunto caro a tutti e tre gli artisti citati: creare modernità e fare avanguardia, “Nina”, un altro affettuosissimo saluto, un altro incontro lungo una vita con un considerevole bagaglio di sentimenti, esternati in un brano per solo piano, emozionante e commovente, che Vito Di Modugno scrive per la madre recentemente scomparsa. Quest’ultimo va a chiudere ed impreziosire ulteriormente l’album, in cui ogni brano è una passeggiata culturale ed emozionale in un’esibizione dei più svariati stilemi musicali e delle esperienze dei migliori musicisti sulla scena e dove, alla fine dei suoi quasi 65 minuti, l’incontro totale e definitivo è nella sublimazione tra il corpo (l’orecchio) e la mente dell’ascoltatore e l’animo profondamente suggestivo di “My Pictures at an Exhibition”.
Look the video promo: https://www.youtube.com/watch?v=9GIG_o05ooAImagine a sound featuring Hammond, imagine playing both Vito Di Modugno, among the best Hammond player in circulation, remembering that he was voted as one of the best organists in the world by the American magazine “Downbeat”, he was also included by the italian jazz magazine “Music Jazz ” in a compilation dedicated to the history of this instrument, furthermore Vito is a winner in the years 2011,2012,2014,2015 Jazzit award, for Best Italian organist Imagine one of the greatest piano works ever written: Pictures at an Exhibition, a piano suite written by Russian composer Modest Petrovich Mussorgsky in 1874 after he visited an exhibition of paintings by his friend the painter Viktor Hermann, whose vision so impressed him that, within a few weeks, he had composed the entire work.
The piece is faithful to the original score, but uses jazz language and rock sonorities which at times suggest the progressive rock version by Emerson, Lake & Palmer. It is a musical journey that moves in parallel fashion between the musical languages of classical, jazz and rock.
The band includes renowned Italian jazz musicians : Michele Carrabba on tenor sax, soprano, baritone and bass clarinet, Pietro Condorelli on guitar, Massimo Manzi on drums, and Vito Di Modugno on Hammond organ, piano, electric piano, electric bass and double bass.
A ‘really “monumental” work
Look the video promo: https://www.youtube.com/watch?v=9GIG_o05ooA